«Il tempo della pazienza è finito: basta confusione e polemiche. Noi chiediamo subito una legge chiara ed applicabile, quella che chiamiamo “Legge Meloni”. Senza questo passo centinaia di posti di lavoro sono a rischio e con le aziende rischia di andare in fumo anche il simbolo della vacanza italiana. Ciò è inammissibile».
Il presidente di Confcommercio Savona Enrico Schiappapietra, nel suo ruolo di vicepresidente vicario del Sib (Sindacato italiano balneari) prende posizione dopo le decisioni del Consiglio di Stato.
I giudici hanno emesso due sentenze: con la 3840/24 il Consiglio di Stato ha stabilito l’obbligo di gara e con la 3943/24 l’impossibilità di effettuare alcuna gara in assenza di regole in particolare sull’indennizzo.
«Quel che stupisce è che, nello stesso giorno e nella stessa sezione e con lo stesso presidente, il Consiglio di Stato ha emesso due sentenze contraddittorie tra loro – continua Schiappapietra -. A questo punto pretendiamo chiarezza. L’Unione Europea chiede più concorrenza, non chiede di sostituire gli attuali gestioni e le famiglie dei balneari, che da anni investono e lavorano per offrire un modello di vacanza che è vincente, oltre che uno dei simboli del Paese. Il settore balneare vale il 60% del turismo italiano. Questi dati aumentano ulteriormente nella nostra Liguria e nel Savonese: qui si contano 4 mila aziende, di cui mille stabilimenti balneari. Parliamo anche di chioschi, ristoranti, alberghi che hanno le concessioni, tutte le attività economiche che operano sul demanio marittimo. Corrispondono a centinaia di famiglie e posti di lavoro. Lettini e ombrelloni sono già sulle spiagge savonesi, molti stabilimenti hanno già aperto e questa confusione è un danno incredibile. Serve chiarezza e serve subito. Ci vuole una legge nuova e occorre promulgarla in tempi rapidissimi. Noi lo rivendichiamo da tempo, ora chiediamo al Governo di intervenire».
A supporto della tesi lo scorso 11 aprile i balneari hanno manifestato in piazza a Roma, chiedendo proprio risposte, oltre a una legge.
Dal Savonese era partita una nutrita delegazione, che oggi torna ad auspicare una svolta entro giugno.