Confcommercio-Imprese per l’Italia, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno sottoscritto l’accordo per rinnovo del Contratto collettivo nazionale del terziario, della distribuzione e dei servizi che rappresenta il riferimento per le imprese del settore e per circa tre milioni di lavoratori.

L’accordo, con validità dal primo aprile 2023 al 31 marzo 2027, prevede un aumento a regime di 240 euro al quarto livello, comprensivi di quanto già riconosciuto con il Protocollo straordinario del dicembre 2022, e in aggiunta una “Una Tantum” a completamento del periodo di carenza contrattuale, di 350 euro, suddivisa in due tranche di uguale importo a luglio 2024 e luglio 2025.

Il testo affronta temi di primaria importanza: l’aggiornamento e la revisione del sistema di classificazione, la nuova disciplina dei contratti a termine a seguito delle novità legislative intervenute, una risposta al lavoro disagiato con l’innalzamento dell’indennità per le clausole elastiche per il part time, il richiamo alla centralità della formazione per la competitività delle imprese e per l’occupabilità dei lavoratori, l’attenzione ai temi della parità di genere e del contrasto alla violenza sulle donne, l’investimento sulla sanità integrativa.

Il rinnovo è stato accolto con soddisfazione e ottimismo nel Savonese.

Così Giuseppe Molinari, presidente Fida Savona oltre che vicepresidente di Confcommercio: «Si tratta di un passo in avanti importantissimo, che il settore attendeva da anni. Con senso di responsabilità abbiamo ridato potere di acquisto ai collaboratori, sono state migliorate parti contrattuali per una manutenzione del contratto, che deve rimanere in linea con le esigenze del mercato. Inoltre il nuovo contratto ha un orizzonte temporale piuttosto lungo, fino al 2027, e ciò permette alle imprese di programmare i costi».

«Sono assicurate le condizioni di stabilità per il settore fino al 2027 – commenta la vice presidente confederale Donatella Prampolini, oltre che presidente della Commissione Sindacale di Confcommercio –. L‘iter contrattuale si è dovuto confrontare con i profondi impatti economici e sociali dell’emergenza pandemica, dei conflitti geopolitici e del ritorno dell’inflazione. Con spirito di responsabilità, le parti hanno comunque lavorato per conseguire un risultato che tenesse conto degli indicatori macroeconomici, compatibilmente con la loro sostenibilità da parte delle imprese».